Il bisogno di un tatuaggetto

Ci vuole un classico per sopravviere a una domenica come questa con un briciolo di sanità mentale. Uno di quelli a cui si è più affezionati, il cui vinile è custodito sotto vetro, olio e vuoto nella dimora genitoriale a mille miglia di distanza dalla propria realtà. Ho scoperto il Sell Out degli Who solo una decina di anni fa, dopo essere inciampata e svenuta su Tommy e soprattutto Quadrophenia. La mia reazione è stata pressapoco questa: “*ç°§???/_*§> ¨œ∆∑π€º˜Ω˜πœ¨µ@#¶¬¥œ¨ ©˜µº‘˜ø????” Senza che me ne accorgessi si era scoperta una finestra-voragine nascosta nel cervello e stasera si è riaperta a colpi di ameretto sour. E’ quanto di più psichedelico gli Who siano riusciti a raggiungere, non proprio un concept album come è stato più  volte definito ma qualcosa di non troppo dissimile. A volte tra un brano e l’altro (vietato l’uso dell’ipod) ci sono i jingles originali delle pirate radio stations britanniche, le uniche a trasmettere musica rock e pop nonostante il governo lo proibisse. Pazzesco no? Se si considera il ben di Dio che girava in quegli anni (1967) nel Regno Unito. Difficile scegliere un solo brano di un album perfetto ma proviamo.

… My dad beat me ‘cause mine said “Mother”
But my mother naturally liked it and beat my brother
‘Cause his tattoo was of a lady in the nude
And my mother thought that was extremely rude…