This is Radio Clash

Chi siamo? Da dove veniamo? Qual è il senso della vita? Ma soprattutto: cosa è successo al basso di Paul Simonon subito dopo che venisse immortalato sulla copertina di London Calling dalla fotografa Penni Smith? Quel pezzo di legno incazzato e minaccioso, sospeso nell’aria un istante prima di schiantarsi sul palco, è tutto il rock di cui questo mondo ha bisogno. Quando me lo sono trovato davanti, dentro la sua bara Fender trasparente, per qualche minuto sono caduta in una sorta di trance mistica: le parole non bastano. E’ senz’altro quello il pezzo forte del pop-up shop Black Market Clash al 75 di Berwick Street, nel cuore di Soho (a dirla tutta le leggendarie relique del basso dal 2009 sono in esposizione alla Rock’n’roll Hall of Fame di Cleveland, Ohio e rappresentano l’unica attrazione convincente di uno stato oltremodo sfigato del Midwest).

Dentro il negozio dei Clash ci sono una marea di memorabilia oltre al cofanetto dei sogni per ogni fan, con tutti i remastered (in vendita a poco meno di £100). Non è stato aperto a lungo, circa due settimane, e il mio post arriva in ritardo: questo è l’ultimo weekend in cui è possibile visitarlo (sabato dalle 12 alle 8pm e domenica dalle 11 alle 5pm). Se siete nei dintorni consiglio di non perderlo, agli altri resta la galleria fotografica qui sotto. Chi è in vena di pellegrinaggi in futuro può sempre fare una capatina qui a Ladbroke Grove, alias Clashlandia, dove ogni angolo risuona con le note dei Clash. Dove capita di incontrare il timido Mick Jones, col suo immancabile impermeabile e pallore fluorescente, che beve mezze pinte di birra di pub in pub. Potete passeggiare per Oxford Gardens, dove nella cucina di casa Simonon, al numero 53, i Clash hanno posato per la back cover di Cut the Crap oppure per Lancaster road, dove al 37 viveva Joe Strummer. Ora che ci penso dovrei ribattezzare questo blog The Clashtown Massacre: dove altro potevo finire dopo le Guns of Brixton?!

Video consigliato: Westway to The World, (questo il link) il documentario sui Clash di Don Letts, storico DJ rasta che ha messo la colonna sonora alla scena punk.

2 commenti

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2 risposte a “This is Radio Clash

  1. Sonica

    Sono dentro il negozio! Da Torino con furore 😉
    Solo x i Clash!

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