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John l’idraulico e Barack il figo


Ieri sera ho visto il dibattito finale tra Obama e McCain in un locale di Brooklyn, trangugiando birra insieme agli altri. Eravamo tutti con gli occhi fissi verso lo schermo, si ascoltava in silenzio e ogni tanto si intonava un urlo di consenso, cose che in genere succedono quando si guarda una partita di calcio. Probabilmente non sarebbe successo lo stesso se mi fossi trovata in Tulsa, Oklahoma, ma e’ chiaro che queste elezioni sono importanti come non lo sono state da tanto. Quello che i due si sono detti sono discorsi preparati (dagli speechwriters), sono discorsi che devono fare per ottenere il consenso delle rispettive parti e il margine di improvvisazione e’ limitato. Cosi’ ho pensato di concentrarmi sul body language. John McCain non e’ un presidente e non lo sara’ mai. I suoi occhi tremavano, la risatina strafottente di non approvazione delle parole dell’avversario (a cui ricorreva anche Obama) era nervosa, fuori controllo. Non ha fatto altro che parlare di Joe the plumber, ovvero Giovannino l’idraulico, l’uomo qualunque… sembrava un prete, parlava come un prete, sembrava leggesse un copione e che non fosse in grado di nessun ragionamento. La sua esitazione e nervosismo incutevano tutto, tranne che fiducia. Anche Obama e’ costretto a dire le sue battute, a tenere le sue posizioni ma sa parlare. E comunque e’ il solo dei due che parla di utilizzare fonti di energia alternativa, per me una delle questioni piu’ delicate e urgenti del momento, dopo, ovviamente l’economia (i repubblicani negano ancora che il global warming sia frutto dell’uomo). Anyway, guardiamo gli occhi di Obama:  non mostrano mai un briciolo di paura, di esitazione, sono fermi, sicuri, carismatici. Non c’e’ da stupirsi se si e’ creata la Barakmania. Nessuno dei due se eletto sara’ in grado si cambiare le sorti del mondo ma se McCain non sa reggere nemmeno la pressione di un confronto con Obama, come puo’ far fronte alle situazione di crisi attuale? Insomma, Presidenti si nasce, Joe the plumber si diventa…

[perdonate ancora gli accenti, non ho a disposizione una tastiera italiana]

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Vicepresidente d’America o Regina dell’orrido?

Ieri McCain ha reso noto il nome del suo “running mate” alle elezioni: Sarah Palin. Adesso, capisco che non bisogna fermarsi alle apparenze (anche se Wilde sosteneva il contrario) ma guardate bene il suo ufficio. Tralasciamo, anche se non è facile,  l’enorme orso su cui appoggia l’incurante schiena ma come tacere davanti a quell’orrido granchio sul tavolo? L’avrà messo all’ultimo momento durante il photoshoot o lo tiene sempre lì a portata di ri-vista? Non so quale delle due ipotesi sia più agghiacciante. Ricordiamo inoltre che le scarpe sono lo specchio dell’anima e questa donna sta facendo una posa impegnata con accanto un orso morto, davanti un granchio più grande di un neonato e ai piedi delle ciabatte rosse. Comunque veniamo al succo.

Il Senatore McCain ha passato l’estate a dire che Barak Obama non sarebbe stato un buon Presidente perché non ha esperienza. “Troppo giovane”, diceva difendendo la trasudante saggezza (e l’arteriosclerosi galoppante) dei suoi 72 anni. Pensate la sorpresa quando ieri ha svelato il nome della sua Vice Sarah Palin, 44 anni, Governatrice dell’Alaska da soli due anni. Prima ancora era Sindaco di Wasilla, una ridente cittadina di abitanti 7.000 circa. Palin sostiene la politica di sfruttamento del territorio in Alaska per ricavare petrolio (guarda caso suo marito lavora per una delle maggiori compagnie petrolifere, la BP), è inoltre iscritta alla National Rifle Association, è sostenitrice accanita delle Femminists For Life of America (gruppo di femministe contro l’aborto) ed è contraria al matrimonio tra due persone dello stesso sesso. Insomma, è una conservatrice col botto. Possiamo solo sperare che il botto lo faccia fare anche a McCain.

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