Sir Macca live at the O2 Arena


Sor Paul and Band, live in Denver, USA ©chiarameattelli_2005

Un milione di voli cancellati ma alla fine, dopo code sterminate a Fiumicino e  calde serate romane, sono tornata a casa, nella Siberia di Londra. Nel frattempo, la vostra befana, ha compiuto 32 anni ed è più gonza che mai. E scusatemi se ho abbandonato il blog per due settimane ma dovevo staccare gli occhi dal computer, riconnettere col mondo reale, con la famiglia, gli amici e le strade della Sin City perugina. Da dove ricominciare? Dal nuovo album dei Midlake? O da quello di Eels? Non ancora, piuttosto con una recensione promessa e non ancora mantenuta.

E’ il mio primo concerto del “Macca DC” (Dopo-Ciara, ovvero dopo averlo conosciuto ed essere stata da lui ribattezzata Ciara). Nonostante l’abbia visto suonare per pochissimi intimi, come all’ICA di Londra o al Colosseo, quell’uomo riesce ancora ad emozionarmi. Forse perché sia davanti ad un pubblico di 300 che di 20.000 – come l’altra sera all’O2 arena – sul palco tira fuori sempre tutta l’anima. E’ la notte del 22 dicembre, sono in un box privato della O2, birra come se piovesse e un banchetto con le salsicce vegetariane di Linda McCartney (sfottetemi ora o mai più). Stavolta Drive My Car arriva solo per seconda, dopo l’incipit poderoso di Magical Mistery Tour. Il look è quello a base di bretelle scelto per l’ultimo tour in America e, a dirla tutta, le poche date in Europa di dicembre, sono state aggiunte last minute, un po’ per promuovere il nuovo live Good Evening New York City e un po’ perché Macca si è accorto di non suonare davanti ai suoi compaesani da troppi anni. The Long and Winding Road e Eleanor Rigby, Let me Roll It e Blackbird, Lady Madonna e Get Back: stasera non ne salta una. Nella sezione acustica canta la dichiarazione d’amore a Lennon, Here Today, una brividosa And I love Her e la ciliegina Yesterday. Ma dopo  aver assistito a 9 concerti di Sor Paul quello che cerco non è certo Hey Jude o Let it Be (che ovviamente non sono mancate), quanto le sorprese, di quelle vorrei parlare. Come I Want to Come Home, la ballata al piano scritta per il nuovissimo film di Robert De Niro, Everybody’s Fine. E’ un pezzo che dal vivo fa la sua porca figura considerando anche che l’avrà scritta con la sua solita nonchalanche, mentre con una mano spalmava il burro di arachidi sul toast e con l’altra tagliava le unghie al gatto.

Ed ora una canzone mai fatta prima dal vivo!” E io già a sognare le cose più impensabili, ma i miei sogni selvaggi sono andati in frantumi al suono di Obladì-Obladà, uno dei rari pezzi dei Beatles che mi fanno venire l’orticaria. Poi un altro duro colpo, sospettato con grande timore: A Wonderful Christmas Time! Non so come sia in Italia, ma qui in UK questa canzone ci tormenta e perseguita ogni volta che mettiamo piede in un supermercato o simili, dal 15 novembre ai primi di gennaio. Digeribile almeno quanto il Christmas pudding – il dolce inglese a base di solfato di cioccolato e cemento – quel maledetto e orecchiabile motivetto natalizio si ramifica nelle orecchie umane per giorni, senza possibilità di uscita. Ma lo zuccherificio McCartney non è ancora arrivato all’apice: ecco che entrano 30 suonatori di cornamusa, con tanto di kilt, per un’inaspettata versione di Mull of Kintyre. Da dietro sento il mio amico Terry esclamare: “Noh! Non questa!”. “Perché è scozzese?” gli chiedo, “No, perché è stata numero uno nelle classifiche inglesi per 13 settimane di fila, non potevi accendere la radio senza ascoltarla 100 volte al giorno, anche la canzone più bella ti avrebbe nauseato”.

Tra le sorprese – annunciate con il nuovo doppio cd live – sono una strepitosa Mrs Vendebilt e due brani composti sotto lo pseudonimo di Fireman, la band con Youth dei Killing Joke: Highway e Sing the Changes, In quest’ultima appare sullo schermo, dietro il palco, un’immagine di Obama; i casi sono due: o Sir Paul ha fumato talmente tante canne da pensare che le elezioni americane siano state solo lo scorso novembre o vuole ribadire il sostegno alla causa democratica. Conoscendolo, propenderei per entrambe le ipotesi. Lo show va avanti con lui che scherza e chiacchiera con il pubblico e l’enorme arena londinese diventa un intimo salotto di casa. Confessa anche che a volte gli è difficile concentrarsi mentre canta se incrocia cartelli come quello che un fan stringe fra le mani stasera: “Paul: la mia fidanzata in cambio del tuo plettro”. Mi ricorda che io un plettro glielo rubai durante il concerto dentro il Colosseo; ora lo custodisco in una tomba etrusca, sottovuoto. Ma di battute ne dice tante e avessi preso appunti invece che bere litri di birra Weiss me le sarei anche ricordate.

Per Live and Let Die esplodono gli immancabili fuochi d’artificio mentre dal lato del palco l’ingegnere del suono gli fa cenno di tagliare corto, il tempo a disposizione è quasi finito. A quel punto deve scegliere: tralascia la solita I Saw Her Standing There e spara una travolgente Helter Skelter. Così si redime da tutte le cucchiaiate di miele seminate nel corso della serata e spettina, a colpi di devastante metal, le casalinghe dell’Essex delle prime file. Dopo Sgt Pepper’s Reprise, medley con In the End, saluta uno alla volta i 20.000 fans, raccoglie i regali che gli tirano, si inchina un miliardo di volte, sembra non voler mai lasciare il palco. Paul is live, oggi più che mai e spero che al prossimo tour stravolga la scaletta in favore di un concerto diverso, fottendosene di quello che il pubblico vuole sentire. Sul Buscadero di questo mese troverete il resoconto gonzo del mio Macca-incontro alla conferenza di Londra, but enough about Paul, ora è tempo di parlare d’altro…

19 commenti

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19 risposte a “Sir Macca live at the O2 Arena

  1. A me sarebbe andato bene tutto.dato che Paul putroppo non l’ho mai visto dal vivo non mi sarei lamentato di nulla,però se proprio ne devo togliere una tolgo Yesterday che proprio non reggo e mi tengo tutta la vita Mull of Kintyre e Wonderful Xmas Time.Grazie per avermi anticipato del nuovo dei Midlake non lo sapevo.

  2. non reggi Yesterday? Interesting!

  3. maurizio

    Allora bentornata. Con quel trittico anche il macca ammazza un toro. Cazzo, nemmeno Bono (forse) ci piazzava A Wonderful Christmas Time!

  4. beh che dire? sei proprio una fan ! 🙂 ben tornata e happy new year

  5. Deve essere stato bello.
    Ed anche la tua recensione si legge che è un piacere.
    Ma oddio, definire la seminale Helter Skelter “devastante metal” mi pare un filino esagerato eh.

  6. Grazie e bentrovati tutti!

    quanto al “devastante metal”… forse sarà esagerato ma credimi che hanno tirato su un muro di suono assordante… quel pezzo ha un tiro incredibile dal vivo.

  7. Bella la battuta sul plettro e la ragazza! Forse McCartney dovrei vederlo dal vivo anche perché i suoi dischi solisti continuano a piacermi come lo stufato di muflone! PS: Non farti illusioni Sally (sorry: Ciara!) che cambi scaletta: Paul è il marketing manager dei Beatles e di se stesso…

  8. luca

    Che bel pezzo, Ciara! 😀

  9. @Fab: once again, hai troppo ragione!

    @Luca: thanks!

  10. Gianna

    Ma l’avete letto??!!! Da ” Il giornale” del 6 gennaio:
    “Bravo Macca ma ora basta! Poi uno si chiede come faccia. Paul McCartney è ovunque, rilascia intervista a palate, pubblica dischi uno dietro l’altro e beato lui che ha 67 anni e non se ne accorge neanche. Però ci si chiede anche il perché di questa bulimia, specie dopo Good evening New York City, doppio cd e dvd registrato durante i tre concerti al Citi Field Stadium, quello dove i Beatles suonarono nel ’65 durante il primo tour americano. Bene, sul filo della opportunistica nostalgia, Macca ha inserito in scaletta quasi solo pezzi dei Beatles oltre ai suoi immancabili classici come Live and let die. Tutto bello, tutto perfetto ma zero commozione. Perciò Good evening New York City è come quella gondoletta che si compra al Lido di Venezia oppure la piccola Tour Eiffel delle bancarelle parigine: un souvenir. Ma così kitsch che uno si chiede perché. ”
    Non riesco a capire il perchè di tanto accanimento! Come si fa a parlare in questi termini di uno che suona così:

  11. Gianna

    Sulla birra OK, ma le salsicce vegetariane NO! Con tutto il rispetto per l’unica e la sola Mrs.McCartney

  12. Ciao Gianna, non avevo letto il pezzullo che mi hai segnalato, grazie. Tra l’altro è anche una cazzata perché Paul non ha mai rilasciato “interviste a palate”, ha fatto dei press day per il cd (come tutti e come sempre) ha dato poche interviste faccia a faccia (come al Times, non di certo a “Il giornale”!).

    Perché tanto accanimento? Bho forse rosicano che non sono andati a vederlo dal vivo 🙂 Dire “0 commozione” è un bel atto di presunzione di un giornalista che non ama McCartney per gusti personali. Tutto qui. Tra l’altro è un articoletto di 5 righe scritto per riempire un buco, non è importante.

    Sul fatto che ormai fa quasi sempre la stessa scaletta bhè su quello concordo. Per me che l’ho visto 100 volte è ora di cambiare ma sicuro la maggior parte degli altri 19.999 alla O2 arena erano contenti. ciaooo

  13. Gianna

    Ciao CIARA…io sarò a London city l’8 … in Tottenham road/ Oxford Street
    Anche se sono una vecchia babbiona, mi farebbe piacere incontrarti, visto che sei un’eletta per aver incontrato Paul, 😉 per una birretta
    Ciao,
    Gianna

  14. a una birra in buona compagnia non dico mai di no 🙂

    Io sono invece stordita e mi dimentico tutto, dunque se magari mi mandi un text per ricordarmelo quando sei qui è meglio, il mio numero è sul sito di foto, c’è il link qui a fianco

    ciao e grazie!

  15. Gianna


    Intervista a sir Paul citata da Morgan riguardo il suo caso
    Ciao, Ciara
    Gianna

  16. Ciao Gianna, mi piace che mi tieni aggiornata su Paul grazie 🙂

    Morgan ricorda quell’intervista solo ora? Eppure lui è un fissato di Beatles-McCartney avrei pensato l’avesse tirata in ballo prima.
    In un altro blog, riguardo Morgan, avevo invece citato la parodia dei Rutles che dicono di fare abuso di thè: “we had tea…loads of tea… English tea… and biscuits!”
    conosci i Rutles Gianna?

  17. Gianna

    Altra notiziola
    http://www.musiclink.it/dettaglio_v2.php?id=12334

    Paul McCartney spera che Abbey Road si possa salvare
    Gli studi sono meta di pellegrinaggio di fan da tutto il mondo

    2010-02-17 – Subito dopo l’annuncio della probabile messa in vendita degli studi di Abbey Road da parte della EMI, Paul McCartney ha detto alla BBC che spera gli studi di registrazione possano essere salvati. La notizia della vendita è circolata ieri subito dopo che sono state rese note le cifre della disastrosa situazione economica della casa discografica britannica. Si parla di un possibile introito di 30 milioni di sterline. Secondo McCartney le persone associate con gli studi, ovvero i Beatles e moltissimi altri artisti come i Pink Floyd, potrebbero lanciare delle offerte e offrirsi di acquistarli. La EMI e la Terra Firma di cui è proprietà non hanno commentato.
    Una volta venduti infatti, non si sa se gli studi verrebbero lasciati intatti o convertiti ad altro uso.
    Alla EMI servono 100 milioni di sterline per poter mantenere gli impegni presi con il gigante americano Citigroup.

  18. Ciao gianna, i Rutles sono un must! devi assolutament vedere il film, trovalo in rete. Aspetta scrivo un post e te lo dedico e pure a Morgan!

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